domenica 29 aprile 2012

La teoria geopolitica di Mackinder e l’odierna politica estera dell’Occidente



Halford John Mackinder (1861-1947) è ritenuto il fondatore della geopolitica che classicamente oppone il potere talassocratico (il potere marittimo) a quello terrestre. E’ stato professore di Geografia ad Oxford e successivamente direttore della London School of Economics.

Il suo pensiero partiva dal presupposto che il mondo anglo-sassone è proiettato sul mare ed esercita un potere talassocratico pressoché assoluto, l’unica concorrente può essere solo una grande potenza continentale, la Russia. L’impero russo nel suo disegno geopolitico costituisce il cuore del mondo, l’Heartland, descritto da Mackinder come il territorio delimitato ad ovest dal Volga, ad est dal Fiume Azzurro, a nord dall'Artico e a sud dalle cime più occidentali dell'Himalaya. Dal punto di vista fisico-politico l’Heartland è protetto da difese naturali, delle quali Napoleone e Hitler ne fecero le spese durante le loro campagne belliche. Come si è visto anche nelle guerre moderne un conto è distruggere le difese nemiche attraverso la tecnologia militare un conto invece  è occupare immense aree geografiche.
Obiettivo quindi di Mackinder è impedire l’espansionismo dell’Heartland verso gli oceani e i mari, controllando i paesi che confinano intorno a tale fascia, Europa dell’Est e paesi asiatici (Iraq, Iran, Afghanistan) in primis.
Al congresso di Versailles disse: <Chi controlla il blocco Euro-asiatico domina il mondo>. Ricordiamo che ancora ad oggi la Russia ha immense risorse energetiche nel Caspio e soprattutto petrolifere in Siberia.
Il pensiero di Mackinder al termine della II Guerra Mondiale porta allo sviluppo dell’idea dell'"arginazione" della sempre più pericolosa Unione Sovietica.

Forti sono le connessioni con i tempi di oggi.  Lo stesso Kissinger nel libro “Diplomacy” riprende le teorie di Mackinder per spiegare il ruolo della Russia e degli Stati Uniti nello scacchiere politico.
Secondo alcuni studiosi, dunque perfino la Guerra di Corea e del Viet Nam pur se con  un reale presupposto anti-comunista, sono l’applicazione della morsa intorno all’Heartland. Così come a sud-ovest dell’Heartland, la guerra tra Irak e Iran in cui è fondamentale l’appoggio degli USA agli iracheni.  La stessa guerra fredda, evidenzierebbe la creazione di un pericolo comune che porti a compattare l’Europa sino ad una unificazione secondo i progetti Nato-CE sotto l’egida degli Stati Uniti. Dopo l’11 settembre gli Stati Uniti balzano vicinissimi alla cintura meridionale dell’Heartland  impiantando proprie basi militari in Afghanistan.   
In questo scenario geopolitico interessante sarà il ruolo che rivestirà la Cina, la Russia di Putin , l’azione-reazione delle masse islamiche, di Israele, il modus operandi degli Stati Uniti e della Nato.
La partita è in gioco…

Quis custodiet ipsos custodes?

1 commento:

  1. Bell’articolo!!!
    Di sir Halford John Mackinder non conoscevo molto, è un ottimo spunto di ulteriore riflessione riguardo i continui movimenti geopolitici delle potenze mondiali!!!
    Bé è indubbio oramai che quando si muove una guerra lo si fa sempre con fini diversi da quelli magnificati … chi ne dubita dovrebbe chiedersi perché non si va quasi mai in Africa…
    Credo ci voglia un risveglio di coscienze da parte di tutti

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