Erano le 22,13 del 13 febbraio 1945 quando bombardieri inglesi iniziarono a sganciare su Dresda tonnellate di bombe. Passerà alla storia come uno dei più devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dresda sarà rasa al suolo.
Un’inchiesta indipendente commissionata dal consiglio comunale della città di
Dresda nel 2010 ha calcolato che le vittime furono tra 22.700 e 25.000. Il
dilemma se considerare tale bombardamento a tappeto un’azione militare o un
crimine di guerra è forte fra gli storici. Emblematica sembra essere la
testimonianza dell’esperto di storia militare e capitano inglese Liddell Hart:
<Verso la metà di febbraio la lontana città di Dresda fu sottoposta, con il
deliberato intento di seminare strage fra la popolazione civile, ad un
micidiale attacco sferrato contro i quartieri del centro, non contro gli stabilimenti o le linee
ferroviarie>.
Nei
primi mesi del 1945 il comando militare alleato iniziò a porsi il problema di
come sostenere l’impegno bellico sovietico in Europa orientale attraverso lo
strumento del bombardamento strategico. Alla conferenza di Jalta del 4
febbraio, Berlino e Dresda, sono sulla lista degli obiettivi ed entrambe
vengono bombardate al termine della conferenza.
Secondo
i piani il 13 febbraio avrebbe dovuto esserci un attacco congiunto della US Air
Force durante il giorno e della RAF inglese di notte, ma a causa del maltempo
solo il raid inglese può avere luogo.
796 Avro Lancaster e 9 De Havilland
Mosquito sganciarono 1478 tonnellate di bombe esplosive e 1182 tonnellate di
bombe incendiarie, creando una tempesta di fuoco con temperature che
raggiunsero i 1500° C. Lo spostamento di aria calda verso l’alto e il
conseguente movimento di aria fredda a livello del suolo creano un fortissimo
vento che spinse le persone dentro le fiamme. La città fu nuovamente colpita
stavolta dagli americani il 2 marzo e il 17 aprile con altrettante migliaia di
tonnellate di bombe esplosive e incendiarie.
Il
bilancio della distruzione è di 24.866 case distrutte, un’intera area di 15 chilometri
quadrati che non esisteva più. Furono spazzati via 72 scuole, 22 ospedali, 19 chiese, 5 teatri e altre
decine di edifici sede di uffici, magazzini e fabbriche. La ferrovia invece questo
sì obiettivo strategico fu solo danneggiata in maniera non grave e riprese a
funzionare dopo pochi giorni.
All’epoca
Dresda contava 642.000 abitanti, i registri ufficiali riportarono 21.271
sepolture di resti umani ritrovati. L’elenco perciò esclude corpi completamente
irriconoscibili. Interessante rilevare che si siano ritrovati cadaveri fino al
1966. Lo storico Frederick Taylor partendo dalla distruzione di 24.866 edifici
e considerando veritiera l’iniziale valutazione nazista poi falsificata di
30.000 morti, giunge alla conclusione che risulterebbe deceduto un solo
residente per ogni edificio. Stima, per quanto sorprendente, che risulterebbe
in linea con altri bombardamenti durante il conflitto.
Nel 1955 il cancelliere tedesco Konrad Adenauer rileva che Dresda era sovraffollata di profughi e afferma che il bombardamento avrebbe in realtà provocato 250.000 morti. Lo scrittore americano Kurt Vonnegut, il quale si trovava a Dresda come prigioniero di guerra in un mattatoio proprio durante il terribile bombardamento, nel suo libro Mattatoio N.5 cita la cifra di 135.000 vittime.
Nel 1955 il cancelliere tedesco Konrad Adenauer rileva che Dresda era sovraffollata di profughi e afferma che il bombardamento avrebbe in realtà provocato 250.000 morti. Lo scrittore americano Kurt Vonnegut, il quale si trovava a Dresda come prigioniero di guerra in un mattatoio proprio durante il terribile bombardamento, nel suo libro Mattatoio N.5 cita la cifra di 135.000 vittime.
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