mercoledì 27 agosto 2014

Le decapitazioni dell'ISIS


Le macabre immagini della decapitazione del fotoreporter americano James Foley hanno fatto il giro del mondo. Foley è stato ammazzato dall'ormai nota Isis, a proposito cosa significa questa sigla propinata quasi ogni giorno nei giornali e nelle televisioni? Isis è un acronimo inglese che significa Islamic State of Iraq and Syria, in italiano Stato islamico dell'Iraq e della Siria.

Il giornalista nel video è costretto a leggere un messaggio di minaccia contro gli Stati Uniti responsabili dei bombardamenti in Iraq. Secondo alcuni esperti il filmato dell'omicidio sarebbe una messa in scena per avere un effetto mediatico esponenziale. Mentre la vera esecuzione sia stata effettuata lontano dalle telecamere.
Lo sostiene in un artciolo del Daily Telegraph il giornalista Bill Gardner, per il quale, il jihadista britannico sarebbe stato il frontman piuttosto che l'assassino. Un gruppo di esperti forensi di una società che opera per conto della polizia britannica ha infatti evidenziato che il filmato contiene tecniche di post-produzione. Le immagini sono realizzate in HD, ci sono due telecamere montate su treppiede, carnefice e vittima sono dotati di microfoni in miniatura con le parole che si odono alla perfezione senza alcun fruscio del vento.

Secondo Bouthania Shaaban portavoce del governo siriano Foley sarebbe stato ucciso da militanti dell'Isis addirittura un anno fa e le immagini mostrate oggi per giustificare un intervento armato americano in Siria. Dagli Usa intanto giunge la notizia che Obama ha autorizzato il sorvolo sulla Siria di aerei spia al fine di spianare la strada ad un bombardamento. Il leader siriano Assad, da parte sua ha già dichiarato che ogni attacco sarà visto come un'aggressione.

Di seguito alcuni stralci della lettera che James Foley scrive alla famiglia durante la prigionia: <So che mi state pensando e che pregate per me. E ne sono davvero riconoscente. Vi sento vicini, soprattutto quando prego. Prego perché continuiate a essere forti e a credere. Sento davvero di potervi toccare, anche nell'oscurità in cui prego> e ancora <Ho avuto giorni buoni e altri meno. Siamo così grati quando qualcuno viene lasciato andare; ma chiaramente desideriamo con forza la nostra libertà. Cerchiamo di incoraggiarci e di farci forza l'un l'altro. Ora siamo nutriti meglio e ogni giorno. Ci danno il tè, ogni tanto anche caffè. Ho ripreso molto del peso perso nell'ultimo anno.>

Dulce bellum inexpertis, expertus metuit