domenica 14 ottobre 2018

Storie di soldati in guerra - Colby Buzzell



"Mi ricordo che stavo lì con la birra in mano, guardavo tutto quello che stava succedendo e mi dicevo: "Dannazione e questo sarebbe il meglio dell'America?". Nel giro di un paio di giorni sarei stato in guerra con loro. Salute!"
Questa è probabilmente la sintesi dello stato d'animo del soldato Colby Buzzell (nato nel 1976) nell'imminenza della sua partenza per l'Iraq, nel 2003 e che lui stesso ricorda nel suo libro "My War: killing time in Iraq" tradotto in Italia con il titolo di "Ammazzare il tempo in Iraq".
Colby Buzzell, prima dell'arruolamento, era un giovane di 26 anni senza lavoro. Viveva con i genitori. Beveva e bighellonava. Stanco di non avere una prospettiva, si arruola nell'esercito. Improvvisante si ritrova a confrontarsi con la realtà di Mosul, imbracciando un fucile M240 a bordo di un veicolo da combattimento corazzato Stryker.

"Me ne andai in camera e lessi un articolo intitolato Ecco a voi il blog del soldato, che attirò la mia attenzione. Mi chiesi: che cavolo è un blog? Mai sentito. L'articolo diceva che molti di questi cosiddetti blogger erano persone che parlavano della loro patetica vita quotidiana con chiacchiere e racconti, che alcuni erano degli aspiranti giornalisti che avevano deciso di diventare strumenti di informazione in prima persona, e che molti riscuotevo grande successo."

Per cercare di dare un senso a quell'esperienza decide di creare un blog. Qui racconta la realtà di chi l'ha vissuta in prima persona, una realtà lontana dalle news dei telegiornali o dai comunicati ufficiali. Nonostante il tentativo di controllo da parte dell'esercito, il suo blog ha numerosi lettori negli Stati Uniti, tra i quali ex combattenti e parenti di soldati in Iraq.
Il blog è sempre più popolare e Buzzell viene contattato da giornalisti di importanti testate. Ma anche l'esercito lo sta osservando. Prima lo tollera, imponendogli solo alcune restrizioni. Col tempo la censura dei comandi militari si fa più pressante e Buzzell deicide di abbandonare il blog.
Nel 2007 per il suo libro, Buzzell riceve il Lulu Blooker Prize.
Nel 2008 fu richiamato in servizio, ma viene scartato per il disturbo post traumatico da stress, tipico dei reduci.
Oggi Colby Buzzell rilascia interviste sull'esperienza di guerra vissuta, ed è un civile.

Questo blog prende spunto dal suo libro e dal suo blog.

Ibis, redibis, non morieris in bello

lunedì 16 luglio 2018

Russia 2018: Francia campione


Il sogno della piccola Croazia di entrare nella storia del calcio svanisce nella finalissima contro la Francia. Sono infatti i transalpini guidati da Didier Deschamps ad alzare la coppa. 4-2 il risultato finale a favore dei bleus. Va dunque in archivio un mondiale in cui l'Italia ha bissato il record negativo del 1958 non centrando nemmeno la qualificazione. La Germania detentrice del titolo non supera la fase a gironi. L'Argentina di un evanescente Lionel Messi, sempre in difficoltà quando gioca con la sua nazionale, supera a stento la fase a giorni, per poi essere eliminata agli ottavi dalla Francia. A proposito di Argentina calcistica, sempre fuori posto Maradona immortalato con un'esultata scomposto durante un match della sua nazionale. Ai quarti un altro stop eccellente, quello dei favoriti a prescindere, il Brasile. Ai quarti finisce anche l'avventura dei padroni di casa della Russia, eliminati dalla Croazia. Degna di nota la prestazione del Belgio che dopo avere eliminato il Brasile è bloccato in semifinale dalla Francia e conclude vittorioso la finale del terzo/quarto posto. All'Inghilterra giunta al quarto posto la consolazione di avere fra le su fila, Harry Kane, risultato capocannoniere del torneo con 6 reti. Alcune curiosità: è stato il primo mondiale in cui viene applicata la tecnologia del VAR in supporto alle decisioni arbitrali. Il croato Mandzukic ha realizzato il primo autogol in una finale. Il 4-2 della finale è il secondo risultato con più gol dopo, Brasile-Svezia 5-2 nel 1958. Solo 9 dei 23 convocati francesi giocano nel campionato francese. 18 bleus sono in realtà originari di 12 nazionalità diverse.

Maradona costante pessimo esempio


La Francia multinazionale alla fine ha avuto la meglio in un mondiale in cui sono mancate le grandi protagoniste. Deschamps  fresco di trionfo ha dichiarato "la nostra squadra è giovane, ma la qualità c'era e ha inciso".



Panem et circenses

venerdì 4 maggio 2018

Storie di soldati in guerra - Raffaele Minichiello


Raffaelle (Ralph) Minichiello (1949), è il più  noto italo-americano ad aver partecipato alla guerra del Viet Nam. Irpino, emigra negli States a 14 anni. Presta servizio in guerra nel 1968, combattendo nella giungla e dormendo nelle buche. Croce di guerra per avere salvato il suo plotone. Rientrato dal Viet Nam, a suo avviso mancano dalle sue casse 200 dollari di paga. Chiede spiegazioni senza risultato al proprio colonnello. Come protesta una sera, quasi astemio, si ubriaca nello spaccio della caserma e porta via alcune cose per un valore proprio di 200 dollari. Finisce sotto la corte marziale. Minichiello, dopo aver rischiato la vita in guerra per gli Stati Uniti è deluso e amareggiato dal trattamento. E la sua ribalta inizia qui: il 28 ottobre 1969, è il protagonista del dirottamento di un boeing 707 diretto da Los Angeles a San Francisco. Minichiello lo fece atterrare a New York. Direzione Roma. Tutto il mondo segue con trepidazione la vicenda alla televisione. La reazione a un ingiustizia, inizia ad essere una vicenda più grossa di quanto il dirottatore (diciannove anni) potesse immaginare. La polizia circonda l'areo, lui spara contro un estintore per allontanarla. Atterrato nella capitale, si dirige su un auto della polizia verso Napoli, con ostaggio un vice-questore alla guida. Ma sull'Ardeatina fa fermare l'auto e si da alla fuga a piedi. Negli Usa nasce il parallelismo con il personaggio cinematografico di Rambo, anch'egli italo-americano. Arrestato viene condotto nel carcere di Regina Coeli. In caso di estradizione rischia la pena di morte. Viene condannato a sette anni di reclusione, ma sconterà soltanto diciotto mesi. Gli Stati Uniti gli concedono la grazia.

Risultati immagini per minichiello oggi
Minichiello oggi
L'opinione pubblica italiana, ai tempi del processo,
 è con Minichiello 
A distanza di molti anni, Minichiello ritiene l'azione del dirottamente un errore. E si sente sia italiano che americano. Per un periodo ha gestito un distributore di benzina a Roma. Desidera ritornare in Viet Nam per ricucire una ferita.

Omia munda mundis

martedì 6 marzo 2018

Elezioni politiche 2018


Movimento 5 Stelle a valanga. E' il primo partito d'Italia in questa consultazione politica, arrivando al 32% dei consensi. Il centrodestra però con il suo 37% risulta la prima coalizione. Stallo sulla formazione del governo, in quanto la legge elettorale non prevede il premio di maggioranza. Come da previsione. Unica certezza il tracollo del PD renziano, fermo al 18%.
Elezioni caratterizzate da una campagna elettorale nella quale è stato scarsissimo il materiale informativo dei partiti; pochissimi manifesti elettorali affissi nei tabelloni lungo le strade e sporadica anche la pubblicità casa per casa. 46 milioni gli aventi diritto al voto. 73% l'affluenza alle urne
.
Il M5S dilaga nel sud Italia (fra le proposte, probabile abbia avuto forte presa sull'elettorato il reddito di cittadinanza) e nelle Marche ottenendo oltre dieci milioni di voti. Grillini dunque che non sembrano essere stati scalfiti dalla vicenda dei rimborsi di alcuni suoi parlamentari e che vedono in Luigi Di Maio il loro possibile premier per dare una svolta al paese.
La nuova Lega di Salvini raggiunge vette mai viste, conquistando il 17% dei voti. Un programma chiaro, no ius soli, no Euro, controllo dell'immigrazione, priorità al lavoro, potrebbe aver influito sulla scelta degli italiani. E Matteo Salvini,  in virtù del successo della coalizione, rivendica la formazione del governo. Mattarella avrà sicuramente da fare nei prossimi giorni.
Forza Italia, superata dall'alleato storico della Lega, ottiene il 14%. Tiene Fratelli d'Italia della Meloni con il 4%. Il PD subisce la più umiliante sconfitta della sua storia, pur restando il secondo partito in Italia. Renzi annuncia le sue prossime dimissioni. Deludente anche LeU di Grasso e Boldrini, che come tutto il centrosinistra, hanno caratterizzato la loro campagna elettorale sull'antifascismo, in assenza di fascismo reale e su un sentimento fortemente europeista. E a proposito di Europa, il partito della radicale Emma Bonino, +Europa, non raggiunge nemmeno il 3%.
In questa tornata elettorale eccellenti sono le bocciature. D'alema in Puglia, risulta essere arrivato quarto nel suo collegio.

Leghisti e 5stelle sono i veri vincitori di questa tornata elettorale, cogliendo un successo storico. Problemi di maggioranze in parlamento, costituiranno un aggrovigliata matassa da districare per il presidente della Repubblica, il quale dovrà affidare l'incarico di governo.

Quo vadis?

sabato 13 gennaio 2018

Cibo e globalizzazione

  

C'era una volta il Bel Paese, il paese della pizza e spaghetti, ma anche della polenta, piadina, tortellini, risotto, frittata, fiorentina, amatriciana, carbonara, baccalà, porchetta, abbacchio, cotoletta, arrosticini, cotechino. Con orgoglio ci ripetevamo "noi italiani sappiamo mangiare". Poi la globalizzazione, attraverso i fast food, ci ha fatto conoscere prima gli americani hamburger e hot dog,  poi gli esotici kebab e sushi. Un'abitudine al gusto globalizzato. Ora il grande passo. Sembra sia giunta la volta del cibo del nuovo millennio: gli insetti. Cibo definito dagli esperti molto sostenibile; basso inquinamento e scarso consumo di acqua. Gli insetti, sempre a detta degli esperti, sono ricchi di proteine, vitamine e aminoacidi. Per le popolazioni di Asia, Africa e Sud America già costituiscono parte della loro dieta. La FAO ha da tempo lanciato il programma "edible insects" per promuovere la pratica di mangiare insetti. Da quest'anno una normativa europea farà togliere le restrizioni presenti in Italia per quanto concerne produzione e consumo.
Pertanto, con buona pace della dieta mediterranea, dopo le tendenze alimentari vegetariane e vegane al via nei menù dei ristoranti più alla moda piatti con cavallette, grilli, larve, scarafaggi e tarantole.
Insomma un altro colpo inferto al made in Italy, alle tradizioni del nostro paese, alle tipicità, perché la cucina è prima di tutto cultura.

De gustibus non est disputandum