domenica 9 novembre 2014

Dalla caduta del muro di Berlino alla nuova guerra fredda




La sua costruzione iniziò il 13 agosto 1961 e cadde il 9 novembre 1989. Il suo nome ufficiale in Germania Est era antifaschistischer Schutzwall, barriera di protezione antifascista. Per 28 anni divise la città di Berlino in due; a est il comunismo a ovest l'occidente libero. Secondo i dati ufficiali la polizia di frontiera della DDR in quel periodo uccise 133 persone mentre tentavano di scappare dall'est verso l'ovest. Oltre cinquemila vi riuscirono. Ma Berlino era e rimane il simbolo di una grande divisione; è passato alla storia il discorso di Kennedy in visita alla città nel '63 nel quale pronuncia la frase: <Ich bin ein Berliner>, io sono un berlinese. Altrettanto famoso è il check point Charlie, il cartello: Achtung! Sie verlassen jetzt West-Berlin (attenzione state lasciando Berlino ovest). Dalla sua caduta sono trascorsi 25 anni. Del muro di Berlino rimangono in piedi pochissimi tratti mantenuti come monumento. 
Oggi sembra di assistere ad un ritorno di fiamma della guerra fredda. Ad est non c'è più l'Unione Sovietica, il comunismo è caduto. Ma per l'America la Russia di Putin, sempre più accerchiata dall'allargamento della Nato, sembra essere il nuovo nemico. 
Michail Gorbaciov, ultimo presidente dell'Unione Sovietica, alle celebrazioni per il venticinquennale della caduta afferma: <Siamo sull'orlo di una nuova guerra fredda>, c'è da credergli.

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