martedì 21 gennaio 2014

La libertà religiosa nel mondo



La libertà religiosa è quel diritto a manifestare, senza limitazioni da parte di autorità costituite, il proprio credo. Oggigiorno, come nel passato, non sempre questa libertà è garantita.
I cristiani sparsi nel globo sono i più esposti a pagare un tributo di sangue. Ma più che le aride cifre che quasi quotidianamente aggiornano questo triste bollettino, è fondamentale far conoscere i nomi e le storie di persone che spesso antepongono la fedeltà a Dio alla loro stessa vita.

Estrapolando qualche caso recente è possibile citare l'uccisione nel 2007 a Mosul in Iraq di padre Ragheed Gianni e di tre diaconi o nello stesso anno l'assassinio di Rami Khader Ayyad titolare di una libreria cristiana a Gaza. Nel 2011 nelle Filippine viene ucciso padre Fausto Tentorio, 59 anni, 32 dei quali spesi come missionario.Tentorio è stato raggiunto da due colpi alla testa. Il missionario da tempo era impegnato nell'aiuto ai gruppi tribali spesso derubati delle terre ed emarginati. Sempre nel 2011 un attentato nella chiesa dei Santi ad Alessandria d'Egitto ha provocato 21 morti. In Somalia un ragazzo di 17 anni vine rapito e decapitato da militanti di Al-Shabaab il cui motto è "Non c'è divinità se non Allah".
Nel 2012 105.000 cristiani hanno perso la vita, un morto ogni 5 minuti. In quell'anno in Nigeria (nei due anni precedenti, attentati nel periodo natalizio hanno provocato complessivamente oltre cento vittime) un attacco portato a termine da un kamikaze che conduceva un' auto imbottita di esplosivo contro una chiesa ha provocato 15 morti.
Lo scorso anno nelle Filippine è stato ucciso il laico cattolico Dexte Condez, impegnato nella difesa dei diritti degli indigeni del gruppo Ati. A Zanziabr Don Evarsit Mushi viene assassinato appena arrivato alla Cattedrale di San Giuseppe per celebrale messa, nei giorni precedenti i giornali locali avevano riportato la notizia di minacce di un gruppo criminale di uccidere vescovi e sacerdoti. Suor Marie Emmanuel Helesbeux, missionaria francese in Madagascar, bastonata e strangolata da tre persone che secondo le indagini devano restituire una somma alla religiosa. La suora prestava attività missionaria nell'isola malgascia da 42 anni ed era molto stimata dalla popolazione per la sua opera di carità.
All'inizio di quest'anno gli islamici del Bangladesh hanno ammazzato Ovidio Marandy, fratello di un sacerdote cattolico, colpevole di aver organizzato una manifestazione per denunciare le violenze perpetrate dai mussulmani.

Nella Cina comunista i cattolici sono considerati agenti di una potenza straniera e spesso sono incarcerati e costretti a lavori forzati nei Laogai (campi di prigionia).
Timor Est, isola in prevalenza cristiana, nel 1999 è stata occupata dal regime indonesiano di Suharto provocando un'emergenza umanitaria con 200.000 morti e 250.000 profughi.
In Afghanistan per la conversione al cristianesimo è tutt'ora prevista la pena di morte. In Arabia Saudita (paese che in Occidente è considerato erroneamente aperto su questo tema) i cristiani non possono manifestare pubblicamente la propria fede e il possesso della Bibbia è considerato un crimine.
In Vietnam sembra intensificarsi l'abbandono del paese soprattutto da parte dei cristiani a causa di espropri forzati di terreni e proprietà della Chiesa. In alcuni stati dell'India esistono leggi anticonversione.

Papa Giovanni Paolo II ha affermato: <In ogni continente e lungo l'intero Novecento c'è stato chi ha preferito farsi uccidere, piuttosto che venire meno alla propria missione> e papa Francesco avverte i missionari di <mettere in gioco la propria vita affinché il Regno di Dio sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo>.

Deus caritas est