venerdì 11 ottobre 2013

Immigrazione: stragi e costi


Il bilancio forse ancora non del tutto definitivo è di 339 morti. Alcune stime parlano del rischio di recuperare fino a cinquecento cadaveri.  Come spesso accade in questi casi divampano le polemiche. Chi pro e chi contro l’immigrazione. Il ministro dell’integrazione Kyenge al convegno dei giovani di Confindustria dichiara: <l’integrazione è uno dei fattori per lo sviluppo economico del nostro paese>. A queste dichiarazioni ufficiali, altri contrappongono i costi: 1 miliardo e 668 milioni di euro complessivi tra risorse nazionali e comunitarie spese nel periodo 2005-2012 per il programma di contrasto all’immigrazione clandestina (controllo delle frontiere, sicurezza per il Mezzogiorno, nuove tecnologie per l’identificazione, rimpatri), e che il 95% dei detenuti stranieri è clandestino o risiede irregolarmente nel nostro paese.
Mentre a Lampedusa, va in scena la sfilata delle autorità politiche, in Sicilia proseguono gli sbarchi. Il presidente della Commissione Ue Barroso esclama: <voglio vedere con i miei occhi e valutare cosa possiamo fare insieme>. Il presidente del Parlamento europeo Schulz invoca <un urgente e nuova strategia Ue sull’immigrazione>.
Restano due fatti indiscutibili: che esistono organizzazione criminali – spesso libiche – che disprezzano le vite umane da una parte e la generosità del popolo italiano dall’altra che nonostante le difficoltà economiche e sociali che sta attraversando si prodiga nel concreto ad aiutare, come sempre.

Mors omnia solvit