Il bilancio forse ancora non del tutto definitivo è di 339
morti. Alcune stime parlano del rischio di recuperare fino a cinquecento
cadaveri. Come spesso accade in questi
casi divampano le polemiche. Chi pro e chi contro l’immigrazione. Il ministro
dell’integrazione Kyenge al convegno dei giovani di Confindustria dichiara:
<l’integrazione è uno dei fattori per
lo sviluppo economico del nostro paese>. A queste dichiarazioni
ufficiali, altri contrappongono i costi: 1 miliardo e 668 milioni di euro
complessivi tra risorse nazionali e comunitarie spese nel periodo 2005-2012 per
il programma di contrasto all’immigrazione clandestina (controllo delle
frontiere, sicurezza per il Mezzogiorno, nuove tecnologie per l’identificazione,
rimpatri), e che il 95% dei detenuti stranieri è clandestino o risiede
irregolarmente nel nostro paese.
Mentre a Lampedusa, va in scena la sfilata delle autorità
politiche, in Sicilia proseguono gli sbarchi. Il presidente della Commissione
Ue Barroso esclama: <voglio vedere con
i miei occhi e valutare cosa possiamo fare insieme>. Il
presidente del Parlamento europeo Schulz invoca <un urgente e nuova strategia Ue sull’immigrazione>.
Restano due fatti indiscutibili: che esistono organizzazione
criminali – spesso libiche – che disprezzano le vite umane da una parte e la
generosità del popolo italiano dall’altra che nonostante le difficoltà
economiche e sociali che sta attraversando si prodiga nel concreto ad aiutare,
come sempre.
Mors omnia solvit
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