lunedì 14 luglio 2014

Mondiali di calcio, Germania uber alles


Il gol realizzato dal giovane Gotze nel secondo tempo supplementare regala la quarta colpa del mondo alla Germania, la prima della Germania unificata dopo i successi nel 1954, 1974 e 1990.
La Germania, allenata da Joachim Low, è stata senza dubbio la squadra che ha espresso il miglior gioco del torneo, che ha saputo umiliare i padroni di casa del Brasile infliggendo uno storico 7-1 nella semifinale e infine ha trionfato in finale sull'Argentina di un Messi che come spesso accade fallisce i grandi appuntamenti con la sua nazionale. Quello dei tedeschi è un ruolino di marcia impressionante con sette vittorie e un pareggio, 18 gol fatti e solo 4 subiti, con Muller vice-capocannoniere con 5 reti.

Una curiosità su tutte: questa è stata la finale che accostava l'argentino Papa Francesco e il tedesco Papa emerito Benedetto XVI.

Da un punto di visto strettamente calcistico la massima competizione mondiale ha fornito novità e confermato certezze.
Il Brasile pluri umiliato di questo mondiale giocato in casa, che prende dieci gol nelle ultime due partite e che a poco serve come alibi l'assenza per infortunio del suo campione Neymar.
In questo mondiale si chiude l'epopea calcistica della Spagna due volte campione d'Europa e campione del mondo uscente, gli iberici infatti non superano il girone e già alla prima partita ne prendono cinque dall'Olanda.
Prandelli, ct della nazionale azzurra, che appena viene fischiata la fine dell'ultimo indecoroso incontro disputato dall'Italia, si affretta a dimettersi e ancora più in fretta firma il nuovo contratto milionario con il Galatasaray per la prossima stagione.
L'Olanda che si conferma ai mondiali nazione calcisticamente perdente con tre finali nelle quali ha sempre perso, stavolta si ferma anche prima ma si toglie la soddisfazione del terzo posto ai danni del Brasile.
Sono emerse nuove realtà calcistiche come il Costa Rica e la Colombia che hanno raggiunto i quarti di finale,  non sfigurano nemmeno gli Stati Uniti eliminati negli ottavi da un buon Belgio, mentre sembrano in crisi profonda, oltre all'Italia, nazionali come Inghilterra e Russia.
Un mondiale, si è detto, con una nazionale tedesca multi-etnica e più sobria, con i giocatori che non avevano i tatuaggi dei loro colleghi sud-americani, e anche molto più concentrati e compassati. Va in archivio dunque un mondiale nato con la contraddizione di un evento sportivo planetario in un paese che deve affrontare persistenti squilibri sociali.
Per adesso il fischio finale dell'arbitro Rizzoli ha sancito che sarà "Deutschland uber alles", se ne riparlerà a Russia 2018.

Veni, vidi, vici