Se il Coronavirus ha destato preoccupazione nel corso del 2020 dal punto di vista sanitario, altrettanto allarmante è l'impatto che hanno prodotto le misure imposte dal governo sul piano economico. Uno studio di Confcommercio avverte che nel corso dell'anno oltre 390.000 imprese hanno chiuso i battenti e che ci sia stata un contrazione dei consumi pari al 10,8%. Inoltre si stima la scomparsa di circa 200.000 professionisti a partita iva.
Nel nostro paese le ore di cassaintegrazione hanno visto un'impennata dell'892% (6,7 milioni di lavoratori, dati Inps). Tra febbraio e giugno mezzo milione di italiani hanno perso il lavoro. In calo vertiginoso le prenotazioni in alberghi e ristoranti.
Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (agenzia specializzata delle Nazioni Unite) a livello mondiale si rischiano di perdere 25 milioni di posti di lavoro per i blocchi produttivi imposti dai vari governi nazionali. Il dato è preoccupante se confrontato con la già pesante crisi finanziaria del 2008-2009 che aveva generato 22 milioni di disoccupati.
Sul piano psicologico il nuovo stile di vita sviluppato nel 2020 ha sottoposto a stress emotivo le persone. La paura del contagio e la quarantena hanno generato in alcuni soggetti nervosismo, ansia e depressione. La stessa parola influenza rivela la paura del nemico invisibile. I romani definivano l'influenza "ab occulta coeli influentia", cioè "per una nascosta influenza del cielo".
Annus horribilis
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